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La perdita dei capelli

  • ilsognodiclaemilly
  • 29 ott 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Parrucca, cappellino, cuffia, foulard o protesi capillare... qual è la scelta giusta?

Nessuna è corretta per definizione, la scelta giusta è soggettiva e diversa per ogni donna, dovete fare quello che vi fa stare bene e basta! E’ già un momento tanto difficile, la ‘questione capelli’ è il cruccio di tutte le donne, quindi bisogna fare la scelta che ci renda il più serene possibile.

Noi siamo l’esempio vivente delle due scelte diametralmente opposte, Claudia con protesi capillare fissa e Milly che è passata dal cappellino, al girare pelata, trovando poi finalmente la sua strada in colorati foulard.

L'esperienza di Claudia

Il giorno in cui mi hanno detto che avrei dovuto fare la chemio mi è crollato il mondo addosso e per assurdo, tra la nausea, i dolori, la paura di morire, in quel momento il mio primo pensiero sono stati i capelli.

Non riuscivo ad accettare l'idea di guardarmi allo specchio e non riconoscermi, di guardare la mia testa calva e di coprirla ogni mattina con qualcosa, questa idea mi distruggeva.

Così mi sono attaccata al computer per trovare una soluzione.

Ero stata in un negozio di parrucche e appena varcata la soglia avevo capito che non era il posto per me.

A quel punto mi sono imbattuta nel prodotto Naturelle TricoSystème, il negozio si trova a Bologna e fanno protesi capillari, che applicano con un’idrobenda e si può tenere per un mese fissa senza mai toglierla.

Quando ho chiamato ho scoperto che da lì a pochi giorni avrebbero aperto una sede a Milano, quindi più comoda per me. Era destino.

Il giorno dell'appuntamento la gentile proprietaria Alma mi ha subito messo a mio agio, mostrandomi e descrivendo con cura il prodotto che mi ha soddisfatta, quindi ho deciso di acquistarla.

Il giorno fissato per l’appuntamento decisivo, prima della caduta dei capelli, Alma taglia i capelli a forbice e sistema la protesi, realizzata su misura, con colore e taglio identico al proprio, tanto da non accorgersi della differenza. Quante lacrime quel giorno...

Il tutto si svolge a specchio coperto (io l'ho messa a giugno e non mi sono mai vista senza capelli) e quando finalmente ho potuto vedermi… altre lacrime, ma questa volta di sollievo, mi riconoscevo… allo specchio ero IO!

La protesi è di capelli veri e posso fare la doccia, lavarli, fare il bagno al mare o in piscina, fare la tinta, andare dal parrucchiere...come se fossero i miei.

Da giugno è mia fedele compagna, molte persone non si sono accorte di nulla e a volte dimentico di averla, i rari fastidi provati erano dovuti soprattutto al caldo, ma sono sempre stati sopportabili.

Ogni mese vado a Milano, la tolgono, la sistemano, mi fanno i trattamenti necessari alla cute e torno a casa con la piega fatta.

E’ sicuramente una delle scelte meno economiche, ma per me è stata quella migliore.

L'esperienza di Milly

Su questo argomento mi sento di dire che siamo tutte alla pari.. quando ci viene diagnosticato il cancro la cosa che ci spaventa o preoccupa di più dopo la morte è proprio la caduta dei capelli. E non siamo strane per questo.

Forse perché sono il segno di femminilità e bellezza per eccellenza, forse perché l’idea che sia la malattia a farceli perdere è quasi insopportabile. Io, come tutte, sono andata in crisi.

Ho rimuginato un po’ sul da farsi, ma ammetto che non mi sono impegnata abbastanza per cercare soluzioni alternative come Claudia. Era un problema la caduta dei capelli, ma non era nemmeno un problema mostrarmi.

Mi scocciava spendere molti soldi, e dato che io sono estremamente “acqua e sapone” (fino all’eccesso!), ho puntato sulle classiche cuffiette/cappellini che vendevano in Istituto dove mi hanno operata.

L’effetto estetico ovviamente è per alcuni discutibile, per farle sembrare meno pesanti dovremmo comunque agghindarci tutte, e io lo facevo raramente. Avere un bell’aspetto con quei cosi in testa ovvio che non è semplice. A volte me ne fregavo, a volte stavo male, ma ho fatto in modo che i capelli fossero l’ultimo dei miei problemi, cercando di accettare e sopportare la condizione passeggera.

Quando ha iniziato a fare veramente caldo non ho messo più nulla, perché non sopportavo la testa coperta.

Inutile dire che ci è toccata l’estate più calda degli ultimi secoli, quindi che potevo fare?!

Ho preso coraggio e mi sono mostrata. Proprio quando non ce la facevo mettevo la mia cuffia.

Poi è arrivato agosto.. dovevo prepararmi al matrimonio di mio fratello, e quindi ho deciso di provarci con una parrucca mobile, da non spendere molto. Il non spendere molto è relativo, nel mondo delle parrucche oncologiche, e quindi ne ho trovata una molto basic ma davvero bella a 300€ che dava un effetto molto naturale. Purtroppo però dopo mesi abituata a vederti in un certo modo è difficile passare alla parrucca, comunque con un taglio non tuo, un capello sintetico che pizzicava gli occhi, insomma mi sentivo a disagio. Nello stesso negozio, dove ragazze molto competenti e gentili mi hanno seguita benissimo, ho trovato una grande scelta di foulard che mi hanno letteralmente entusiasmata, colorati o neutri, di tutti i gusti. Posso dire che la parrucca l’ho messa solo in occasione della cerimonia, i foulard li ho sfruttati tantissimo.

Ricordatevi che esistono contributi per l’acquisto dei parrucche e affini.

Intanto si possono scaricare dal 730 .

Inoltre alcune regioni, come il Piemonte erogano un contributo, che varia da regione a regione, come rimborso per l'acquisto di una parrucca per donne sottoposte a chemioterapia.

Il rimborso deve essere richiesto alla propria Azienda sanitaria locale di residenza portando i seguenti documenti:

  • la ricevuta d'acquisto della parrucca

  • la dichiarazione del medico, certificante che la paziente è affetta da alopecia per trattamento chemioterapico.

  • la dichiarazione ISEE (verificate l'importo da non superare)

In ogni caso andate a verificare alla vostra ASL e chiedete informazioni più precise a chi vi vende la parrucca.

Per chi volesse maggiori dettagli non esiti a contattarci!

Claudia & Milly


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