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La storia di Milly - ChemioMamma

  • ilsognodiclaemilly
  • 1 ago 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Come ogni storia che si rispetti bisogna partire dall'inizio. Complice la mia dose settimanale di cortisone pre terapia e il riposino pomeridiano (in realtà mi sono scassata circa 3 ore di nanna), quale migliore occasione se non approfittare dell'insonnia notturna al fresco delle finestre spalancate?!? Bene, ripeterò una storia che ho già ripetuto all'infinito, ma che non mi imbarazza raccontare. È una storia che racconto sempre con dovizia di particolari perché, chissà come mai, nelle circostanze molto belle e in quelle molto brutte quasi tutto ti rimane stampato in mente come se fosse ieri. In maniera ironica ho notato che la genesi del mio cancro mi accomuna giusto nei particolari ad una persona un pochino famosa.. insomma, ho spento le candeline dei miei 33 anni ad ottobre con un dolore al seno che si è rivelato la più grande croce della mia vita. Vi ricorda qualcuno di circa 2017 anni?? A parte gli scherzi sì, a 33 anni ho scoperto di avere un cancro al seno. Con un bimbo di 16 mesi e un marito incontrato a 30 anni dopo tante sofferenze e tanto peregrinare. Beh pensavo di essere praticamente quasi arrivata alla perfezione della mia vita e invece la cattivella ha pensato di farmi un bello sgambetto, che a volte ho pensato forse come moneta di scambio della mia felicità. Ma forse invece capita e basta. Sfiga! Ho iniziato a percepire un dolore fitto al seno destro, proprio quasi sul petto dove inizia la curva del seno, e da lì a qualche settimana una pallina che si è fatta sempre più grande. Errore numero 1: ma sì.. sarà un'infiammazione, aspettiamo e vediamo come va. La pallina si fa grande quanto una nocciola. Paura? Mancanza di tempo? Superficialità? Se avessi aspettato ancora un po', di tempo non ne avrei avuto mai più. Beh dopo circa 2 mesi e mezzo decido di andare a fare un'ecografia, dove mi sento dire "non è niente, sembra un fibroadenoma, ricontrolliamo tra qualche mese". Come ho rimediato all'errore nr 1: non mi sono accontentata della risposta come avrebbero fatto molte persone (soprattutto i maschietti!). Appurato che qualcosa ci fosse, sono andata da una bravissima senologa (e qui devo fare nomi e cognomi: D.ssa Pacquola di Tortona) che ha subito capito la gravità e mi ha fatto immediatamente l'ago aspirato dandomi poi dopo poche settimane la diagnosi di malignità. Beh da lì è iniziata la nuova me. Un turbine di sensazioni e disperazione, confusione e tentativo di rassicurare tutti quelli intorno, il mio senso pratico subito emerso. Prendo la mia famiglia e spiego per quanto possibile cosa mi è stato detto, e pretendo di chiamare il tutto con il proprio nome: cancro. Iniziamo a prendere confidenza con un mostro che non si sa ancora dove mi porterà. Sembra impossibile. Potrei morire per questo. Sono troppo giovane, ho troppe cose da fare e soprattutto amo mio figlio e ci devo essere per lui ancora per molto tempo. Mentre cerco di metabolizzare il tutto (percorso che matura in tante fasi diverse, è una lunga scala da salire gradino dopo gradino.. ne fai due avanti e uno indietro mediamente) inciampo tantissime volte, passo notti insonni soprattutto la prima. Vado alla ricerca del posto migliore a cui affidarmi. IEO di Milano. Veronesi. Nella disperazione che tutto fosse già scritto, nella sensazione di impotenza generale, mi affido a quello che reputo il 'Dio in terra' in questa situazione. In pochi giorni sono sotto i ferri, tra le sue sapienti quanto delicate mani. Se non ci possono arrivare loro non ci può arrivare nessun altro, tutto è già scritto ma provo a cambiare il corso di questo fiume con tutte le risorse disponibili. Trovo giusto la forza di dirgli: "la prego mi tiri fuori da questa situazione. Ho un bimbo di nemmeno 2 anni". Ricevo in risposta una carezza e la promessa che ne sarei uscita. E ogni promessa è debito.


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